Villains LTD

 

#44

QUEEN OF THE NIGHT

 

Cancún, Messico

Mayra Hemmigs alias Mayhem è entrata nella Villains LTD da meno di un giorno e già si ritrova due pistole puntate alla testa. La buona notizia è che Mayhem è completamente a prova di proiettile, quella brutta è che non ha la minima idea di cosa fare adesso.

Una donna latina con gli occhi che brillano di energia dorata si sta avvicinando. Guardare nella sua direzione anche solo con la coda dell’occhio le fa venire il mal di testa. Rendersi conto che qualcosa sta cercando di farsi strada nella tua testa non è mai una sensazione piacevole.

Mayhem si guarda attorno: gli unici altri a non avere quel bagliore al posto degli occhi sono Zero ed Eclisse, bloccata da Pathfinder e Slim Snake. Nonostante la loro presa, riesce comunque ad indossare gli occhiali da sole di Shades.

-Vieni a prenderteli – sorride la mezza vampira, mostrando i canini.

Si libera della presa titanica dei due criminali controllati mentalmente, scagliandoli a terra come se non pesassero niente, e poi stringe i pugni fissando negli occhi il Flagello Nero...che fa un passo indietro.

Il tempo sembra fermarsi per una dozzina di secondi. Tutte le luci della città tremano, e per la prima volta da quando ha sviluppato i propri poteri Mayhem sente freddo.

Dall’ombra alle spalle di Eclisse escono dozzine su dozzine di tentacoli di buio, ragni di oscurità, ratti di tenebra che si accalcano attorno alla propria padrona.

-Non avevo idea che fosse così...così... – fatica a trovare le parole Eclisse, che sta visibilmente tremando.

-Basta con questa perdita di tempo. Portatemi quegli occhiali – ordina il Flagello Nero.

Pathfinder salta verso Eclisse; un tentacolo l’afferra mentre è ancora a mezz’aria, e la scaglia in lontananza. I ragni di oscurità iniziano ad arrampicarsi sulle gambe di Eclisse, che prova ad allontanarli e a muovere il mantello per evitare che i ratti vi si arrampichino. Tutto ciò che riesce ad ottenere è che dal mantello escano almeno due dozzine di pipistrelli di tenebra, che volano in tutte le direzioni.

-Non riesco a controllarli! – si lamenta, mentre i mostri delle ombre iniziano a morderla. Non dovrebbe provare dolore perché è una non-morta, eppure la sensazione è identica all’essere mangiati vivi.

Come se non bastasse i tentacoli si stanno muovendo per conto proprio, colpendo all’impazzata qualsiasi cosa si trovi nei paraggi; non solo diventano sempre più numerosi, ma la voragine d’ombra che si è aperta si sta lentamente allargando.

-Se non altro la situazione non può peggiorare – si consola l’agente Zero, mentre la zona viene circondata da macchine ed elicotteri della polizia messicana.

-Posso fare qualcosa? – chiede Mayhem.

-Sì. Uccidi il Flagello Nero e andiamocene di qui.

 

Bar With No Name, New York

Questo locale è una leggenda. Costruito sulle ceneri di una distilleria clandestina durante il Proibizionismo, è un luogo di cui i normali criminali d’America sussurrano.

Il ritrovo dei super-criminali, dove bisogna essere più di un comune essere umano anche solo per entrare, dove si cospira il nuovo ordine mondiale. Dove si può sparare in faccia a chi si vuole, dove la birra gratis scorre a litri e le ragazze sono tante e facili.

Questa è la leggenda. Il vero Bar With No Name è una schifosa bettola.

L’odore pungente di alcool scadente, sigarette, bagni intasati da decenni e strane creature uscite dalle fogne si sente molto prima di entrare. Il servizio è pessimo, non si ottiene mai quello che si ordina ed anche in quel caso fa schifo. Ci sono solamente tre motivi per cui i clienti continuano a tornare.

Le ragazze che lavorano qui sono veramente facili, ma a meno che non abbiate un sistema immunitario super-umano ve ne pentirete. C’è una rissa ogni venti minuti circa, senza correre il rischio di essere interrotti da qualche poliziotto o super-eroe.

E soprattutto, per entrare devi essere qualcuno. Non “Qualcuno” con la Q maiuscola, d’accordo, ma una qualsiasi nullità non può entrare senza ritrovarsi una bruciatura da raggi laser sul fondoschiena. Se avete passato gli ultimi dieci anni a farvi costantemente sconfiggere dalla solita persona, cose del genere contano.

Il bar è sempre rumoroso, pieno di voci su come sconfiggerete presto la vostra nemesi, da quanti giorni siete ricercati e per quali reati, come sapreste soddisfare questa o quella super-eroina, quanto è stupido quel tizio per non aver mai vinto neanche una battaglia contro quell’altro che voi non avete mai incontrato.

La porta si apre con forza e piomba il silenzio.

La Vedova Nera è appena entrata. Cammina con decisione verso il bancone del bar, dove un uomo con un costume assurdo ed un grosso cappello giallo sta colpendo con forza delle uova con una mazza da baseball impugnata come una da golf.

Lei ignora tutti i commenti che esplodono quasi immediatamente.

-Hey Vedova! Che ne dici di provare un vero uomo invece di Devil?

-Mi hai mandato in prigione due volte, ma avrò la mia vendetta!

-Facci vedere se sono vere!

-Sei morta, capito? Morta!

-ZZZAX DIZZZTRUGGE!

-E’ una retata, vi dico! Uccidiamola prima che arrivino tutti i Vendicatori!

-Uccidila tu!

Per zittire la clientela Madcap lancia la mazza da baseball dalla finestra, estraendo poi una lavagnetta dal bancone ed un paio di forbici dalle mutande. Il rumore del metallo che stride contro la lavagna fa calare di nuovo il silenzio; la Vedova Nera non ha mosso un muscolo.

-Madcap, dobbiamo parlare.

-Nessuno si muova! Potrebbe rovinarsi il soufflé! – grida il pazzo proprietario del bar, eseguendo un’inutile acrobazia per raggiungere il frigorifero ed estraendo qualcosa.

Punta le due armi che ha recuperato...una pistola al plasma AIM ed una melanzana marcia...verso la Vedova, minacciando:

-La parola d’ordine, Kryptonite Koala!

-Mi manda l’agente Zero. E’ davvero importante – risponde l’eroina con impazienza. Sapeva che Madcap era un pazzo lunatico, ma non immaginava fosse così irritante.

-La paroooooooooola d’ordine – ripete Madcap, sparandosi in un piede.

Il raggio al plasma trapassa la carne formando un buco perfetto, senza versare neanche una goccia di sangue. Madcap ridacchia e basta.

-E’ davvero necessario?

-Certo che no! E con “no”, voglio dire “sotto uno dei tavoli c’è una bomba che esploderà se io non batto i denti in un certo modo cosa che farò sicuramente se sbaglierai la parola d’ordine”.

La Vedova Nera sospira, prendendo un foglietto dalla cintura e leggendo ad alta voce, con la voce più monotona e meno divertita che possa usare:

-“Codice omega omega omega omega Chattanooga Choo”. Se qualcuno di voi mi ha registrata, lo ammazzo.

-Hmmm hai dimenticato un “Choo” quindi dovrei far esplodere qualcuno, ma adesso siamo alleati!

Madcap si slaccia la cintura lasciando cadere a terra i pantaloni, abbracciando calorosamente la Vedova Nera che è troppo sorpresa ed imbarazzata per reagire.

-Adesso andiamo a salvare il mondo e sparare ai pop-corn!

Se i pensieri violenti fossero un crimine, la Vedova Nera sarebbe appena stata arrestata per omicidio di massa.

 

Cancún, Messico

Mayhem si scaglia a cinquecento chilometri orari verso il Flagello Nero, ritrovandosi di fronte un portale di teletrasporto prima di poterla colpire.

Un treno superveloce teleportato direttamente dal Giappone la colpisce in pieno; i tentacoli d’ombra avvolgono il mezzo, trascinandolo oltre la voragine metafisica aperta da Eclisse con le urla terrorizzate di centinaia di passeggeri.

L’agente Zero fa un breve resoconto mentale. Si trova davanti Insomnia, un’assassina di fama internazionale con un armamentario di tutto rispetto, e Slim Snake, un Deviante mutaforma dal morso velenoso e la pelle a scaglie ricoperta di punte acuminate.

Pathfinder, una donna il cui calcio può spaccare il cemento, atterra due metri alle sue spalle dopo aver schivato con un’acrobazia una delle auto della polizia scagliate per aria da uno dei mostri d’ombra.

-Devo concedervelo: quando combinate un disastro, è un disastro spettacolare. Fatevi sotto.

Insomnia fa fuoco con una mitragliatrice, ma invece di colpire Zero crivella di colpi l’immagine olografica generata dallo stesso dissimulatore che rende impossibile riconoscere il suo volto in mezzo ad un effetto di distorsione.

Anche se controllata mentalmente, Pathfinder sa alla perfezione dove si trova realmente. Zero riesce ad evitare che la propria testa venga calciata in mezzo all’oceano solo per un soffio, e con un movimento altrettanto fulmineo preme un pulsante sulla cintura.

Un impulso elettromagnetico tarato specificamente sul cervello iper-sensibile di Pathfinder attraversa il corpo della mutante, che crolla a terra con la peggiore emicrania della propria vita. Insomnia e Slim Snake impiegano un secondo di troppo per reagire.

Zero cambia le impostazioni del proprio generatore olografico, la Nebbia di Guerra, per generare una luce accecante per qualche secondo. Insomnia, i cui occhi sono particolarmente sensibili alla luce, è per il momento del tutto cieca.

Slim Snake invece deve solo farsi crescere un terzo occhio in mezzo alla fronte e saltare addosso a Zero, aprendo la bocca e preparandosi a strappargli la carotide con un morso solo.

Zero esegue un movimento preciso con la mascella, ed un dente falso si stacca. Lo sputa all’interno della bocca del Deviante giusto in tempo perché la capsula si rompa, liberando il proprio contenuto di acido cloridrico.

Mentre Slim Snake lascia la presa e crolla a terra mentre l’acido corrode la sua lingua nel modo più doloroso immaginabile, l’agente Zero si aggiusta la cravatta e riprende fiato.

-Tutto qui, Flagello Nero?

In tutta risposta, Insomnia estrae un coltello che conficca nella coscia dell’agente. Non può ancora vederci, ma non ne ha bisogno: è il Flagello Nero a possedere i suoi occhi e la sua vista, adesso.

Zero urla di dolore e cade su un ginocchio solo, con il puntatore laser della pistola di Insomnia in mezzo agli occhi. Se si trattasse della vera Insomnia, non avrebbe scampo: i suoi riflessi sono almeno il triplo di quelli di una donna normale.

Ma è il Flagello Nero a controllarla a distanza. Così Zero riesce ad afferrarle il polso e a stringerlo abbastanza da farle mollare la presa e sprecare un colpo. La colpisce con una testata sul mento, costringendola a fare un passo indietro.

-Cos’è questa fissa sul combattere i compagni di squadra? – le chiede Zero, colpendola con un destro sul naso. In condizioni normali, Insomnia l’avrebbe steso prima di completare la frase. E’ pur sempre più resistente di lui: deve assestarle sei pugni in faccia, uno dietro l’altro, con tutta la propria forza, prima che la donna si convinca a restare a terra per non rialzarsi.

-Cosa pensate di essere,  super-eroi?

Mentre si toglie dalle mani il sangue che Insomnia ha perso dal naso, Zero si inginocchia per togliersi il coltello dalla gamba...sulla quale si stanno già arrampicando dei ragni d’ombra.

Non ha avuto modo di farci caso durante lo scontro, ma la situazione sta seriamente degenerando: tutta la spiaggia è ricoperta di questi piccoli mostri, che stanno già inghiottendo i suoi avversari e stanno mordendo la sua ferita.

Tentacoli larghi due metri e ricoperti di spine si ergono verso il cielo, afferrando gli elicotteri come se fossero mosche catturate da piante carnivore, ed il cielo ricoperto di nuvole nere è carico di fulmini ancora più scuri.

Saggiamente, Zero evita di pensare che la situazione non possa peggiorare ulteriormente.

 

Bar With No Name, New York

Madcap e la Vedova Nera escono dal locale, lasciandosi alle spalle almeno una ventina di criminali ricercati che vorrebbero far loro la pelle. La Vedova sarebbe seriamente tentata di combatterli, ma è in inferiorità numerica. E prima o poi, conoscere la posizione del bar potrebbe tornare vantaggioso...specialmente se Madcap si rivelasse un informatore affidabile.

In effetti, l’unico motivo per cui è uscita indenne è che il proprietario del locale si sta trascinando dietro una rete da pesca carica di esplosivo plastico.

-Eccoci qui, Madame Medusa dopo uno sciampo sbagliato! Volevi parlarmi di qualcosa, o è un suicidio di cortesia?

-Poi smetterla con la farsa, Madcap, questa è una faccenda seria.

-Ah! Seria? Non parlarmi di serietà! O di burrito! Il mondo è una cosa senza senso e tutti sono ciechi ed io sono l’orbo che è il re di tutti, solo che mi sono infilzato l’occhio buono con uno stuzzicadenti ed oggi ho mal di testa!

-E’ inutile, è chiaro Zero voleva solo farmi perdere tempo. Non mi sei di nessuna utilità, e non sei neanche ricercato...credo.

-Zero? Zero, Zero, Zero...ah, sì! Mi ricordo di Zero! Gli ho detto io di chiedere aiuto a te. Sembrava una cattiva idea, all’epoca!

-Okay, adesso basta – reagisce la Vedova Nera, afferrando Madcap per il colletto del costume e puntandogli in faccia il Morso di Vedova – Voglio sapere quale è il tuo rapporto con l’agente Zero, e qual è il messaggio che devi consegnarmi!

-Ah, è quello che volevi? Okay, bastava dirlo! Sono l’informatore principale dei Guardiani, beh non proprio, diciamo il primo. La gente viene nel mio locale e si lascia scappare tante cose, sai? Come credi che si siano intasati i bagni?

-Mi sembra un po’ strano che uno come Zero si possa fidare di un lunatico come te. Come fa a sapere che non gli stai mentendo?

-Come? Ma mi ha trapanato il cervello per metterci dentro un sensore a distanza, come sennò! Non mi ha fatto male perché sono completamente insensibile al dolore ed ho un fattore di guarigione che neanche te lo immagini! Tutti a parlare di Wolverine, sì, ma lui ha mai infilato i testicoli in un tritacarne? Volontariamente? Per tre giorni di fila? No, perché lui è matto! Pensa che ci sia un motivo per cui la gente fa o non fa le cose! Ci sono certi schizzati, in giro...

-E della Villains LTD, cosa sai dirmi?

-Oh, quelli! Mai una mancia, solo proiettili! Bevevano parecchio e non pagavano mai, ottimi clienti, ma non mi hanno mai sparato in faccia. Proprio pessima gente! All’inizio tutti gli altri andavano matti per loro, ma i poi si sono montati la testa. Sapevi che la cerimonia di inaugurazione l’hanno fatta nel mio locale? E volevano pure che io restassi fuori dal gruppo, che cari ragazzi!

-Stai divagando. Voglio informazioni recenti.

-No, no, ti dirò tutto! Gira voce che si siano messi gli uni contro gli altri. Il loro capo li ha licenziati tutti. Nessuno sa perché, tutti se la fanno addosso quando si tratta di quel tizio...mi fa paura.

Improvvisamente, Madcap ha iniziato a parlare con un tono di voce normale. Se finora usava una sorta di voce in farsetto e non restava fermo un istante, ora si lascia andare a peso morto...e quando parla, sembra che sia sul punto di mettersi a piangere.

-Tanta paura. Dice di essere il più grande pianificatore del mondo...e se avesse ragione? Se la più grande beffa dell’universo fosse che c’è davvero un piano, un Grande Piano Cosmico Universale, e tutto avesse davvero uno scopo più grande? Io sarei solo un pazzo che non riconosce più la realtà, ed il Piano avrebbe vinto. IO SONO LA NEMESI DI DECEYT !!! In nome di tutto ciò che è insensato, IO DEVO FERMARLO !!!! Troppo, così ?

La Vedova Nera scuote la testa. Conosce questo tizio da cinque minuti ed ha già un’emicrania.

-Suppongo che tu non abbia niente di utile da dirmi su DeCeyt, vero ?

-So quello che mi ha detto Zero...secondo lui, vuole causare la Fine Del Mondo Per Come Lo Conosciamo. Non vuole fare soldi o conquistare il pianeta, no no no ! Lui pensa più in grande ! Vuole cambiare come funzionano le cose. Ed io so come vuole fare !

-Davvero. Tu sai come farebbe DeCeyt a portare a termine il suo grande piano ?

-Mi sembra il minimo...gli ho dato io l’idea !

 

Cancún, Messico

Il caos. Dopo una rapida ma brutale lotta tra l’Uomo Radioattivo e la Villains LTD, una serie di orribili mostri sono usciti da una voragine d’ombra e si stanno inoltrando per la città. Come se non bastasse, dalle ombre dei palazzi strisciano serpenti di tenebra grandi quanto persone che inghiottono indiscriminatamente automobilisti e passanti.

Mayhem si rialza dalle macerie dell’edificio su cui si è appena schiantata. Si passa le mani tra i capelli neri per rimuovere polvere e detriti; anche se ancora intatti quasi per miracoli, i suoi vestiti di pelle sono decisamente rovinati.

Gli occhi risplendono di energia verde, ed alzandosi in volo stringe i pugni. A differenza degli altri non ha nulla di personale contro il Flagello Nero, a parte il fatto che adesso si è veramente incazzata.

Vola verso la sua posizione schivando i tentacoli d’ombra, i mille mostri che sono a piede libero in città, la pioggia di massi e macchine che Switch sta teleportando sulla sua strada, ed infine si prepara a colpire il Flagello Nero...prima di sparire dentro un portale.

 

Monte Kazbek, Georgia

Un oggetto volante apparso all’improvviso passa da parte a parte il vulcano inattivo, fermandosi solo quando procedendo in linea retta non si trova più davanti tonnellate di roccia. Mayhem si guarda attorno, comprendendo cosa è successo.

-Cazzo...non pensavo di essere così forte...

Non ha il tempo di meravigliarsi per più di qualche secondo delle proprie capacità. Anche se sotto il controllo del Flagello Nero, Switch ricorda ancora perfettamente la posizione di tutte le armi che DeCeyt lo ha pressoché costretto a studiare meticolosamente.

Tra le poche cose che non ha dimenticato c’è la posizione di una portaerei disarmata in Australia, la cosa più grande con cui possa colpire Mayhem. Seduto alle pendici del vulcano, approfittando della confusione della ragazza, si concentra per far apparire in cielo un enorme portale di teletrasporto.

Mayhem potrebbe volar via abbastanza rapidamente da evitare qualunque cosa esca. Ma ha questi poteri da due settimane e non ne conosce ancora né la portata né come usarli a dovere, e così resta ferma troppo tempo chiedendosi cosa fare. Poi la prua spunta dal portale.

Quindicimila tonnellate di metallo appaiono sopra la testa di Mayhem, che la afferra rapidamente. Inizia a precipitare insieme a lei; poi, probabilmente violando più leggi fisiche di quante ne conosca, la ragazza inizia a rallentare.

Anche sotto controllo mentale, Switch non può fare a meno di restare a bocca aperta quando l’adolescente riesce a sorreggere la portaerei in posizione verticale. Lo scafo inizia a deformarsi sotto l’enorme peso, prima che Mayhem...stringendo i denti, visibilmente allo stremo delle forze...lanci l’intera portaerei ad un paio di metri d’altezza, per poi volare via prima che precipiti.

La HMS Indestructible si schianta sul Caucaso con un frastuono indescrivibile, sollevando tonnellate di neve e causando un piccolo terremoto.

Poi, con il fiato corto e gli occhi risplendenti di energia verde e rabbia, guarda verso Switch.

Edward J. Freeman è molte cose, ma decisamente non un suicida. Il bagliore dorato nei suoi occhi scompare, ed alza le mani.

-Mi arrendo. Che ne dici di andare a rompere il culo al Flagello Nero ?

 

Cancún, Messico

Eclisse sta provando un dolore immenso. Schiacciata dai tentacoli le cui spine ne attraversano il corpo non-morto, sommersa da ragni che ne morsicano ogni centimetro di pelle, e soprattutto sopraffatta dalla vergogna.

Cosa direbbe sua madre se potesse vederla? L’ultima esponente di una famiglia secolare di vampiri, al soldo di comuni mortali ed incapace di controllare i propri sudditi!

E suo padre...Shades...quella figura titanica ed invincibile che le aveva mostrato il mondo esterno, che aveva deciso di sfidare le leggi di natura perché lei potesse essere creata, e lei che aveva già deluso con la propria debolezza alla luce solare.

Come poteva riuscirci? Come poteva controllare le ombre? Lui, che era nato mortale! Come sopportava le migliaia di voci che urlavano nella sua testa, sussurrando le verità nascoste dell’immondo lato oscuro dell’uomo? Come sopportava i milioni di urli di dolore provenienti da ogni direzione, da ogni raggio di luce che tagliava la sicura tranquillità garantita dal buio?

Dicevano che suo padre era pazzo. Che era uno psicopatico, un assassino, un mostro, un demone. Ma non sapevano come Shades vedeva le cose attraverso quelle lenti.

Ora Eclisse vede e capisce. In mezzo a quell’orrore, l’unica risposta è pensare che sia il resto dell’universo ad essere mostruoso. E guardarlo dall’alto al basso.

Un fulmine più oscuro delle ombre scende dal cielo nero, colpendo il bozzolo di follia che avvolge Eclisse.

Le luci si spengono.

Non è un normale blackout. Persino le fiamme delle candele si affievoliscono e muoiono. Non c’è nemmeno una sigaretta accesa nel raggio di dieci chilometri.

Eclisse si alza in piedi, e l’oscurità fa un passo indietro.

I ragni fuggono, le ombre si nascondono dietro le persone e le case, e tutti i mostri scappano sotto i letti e gli angoli solitari. Soltanto gli enormi tentacoli spinosi osano reggere lo sguardo, titani che si ergono per centinaia di metri stringendo con forza tutto ciò che hanno catturato.

Nell’oscurità più totale, Eclisse e l’immonda creatura d’incubo si rifiutano di tornare indietro.

-Ho capito. Vi siete dimenticati chi comanda, qui. Quando io dico “tornate indietro”, voi tornate indietro.

I tentacoli lasciano cadere tutti i prigionieri, strisciando nuovamente all’interno della voragine.

Le luci della città tornano a funzionare, e migliaia di innocenti...compresi dei giapponesi estremamente confusi...possono tornare ad aprire gli occhi.

Eclisse crolla a terra, completamente distrutta ma felice.

-Padre...accetto la tua eredità.

-Ma che bella scenetta familiare – si intromette una voce femminile.

Eclisse si volta, ma non si è ancora ripresa del tutto: il Flagello Nero afferra gli occhiali da sole.

-Odio le scene di famiglia.

Il Flagello Nero le strappa gli occhiali dalla faccia, ed insieme a questi i suoi occhi. Non c’è una goccia di sangue, naturalmente, perché Eclisse è una vampira; dopo essersi legata così profondamente con quel frammento d’ombra, però, l’effetto è mille volte più doloroso che per un essere umano.

Il Flagello Nero getta a terra gli occhiali, calpestandoli pur senza riuscire nemmeno ad incrinarli.

-Grazie per avermi dimostrato che non sono un’arma affidabile. Ora...dove sono Switch e la poppante?

 

Passando attraverso un portale di teletrasporto alle spalle del Flagello Nero, l’Obelisco di Buenos Aires appare come un gigantesco giavellotto da 67 metri scagliato con forza disumana.

La forza dell’impatto ed il peso del monumento sono ben più che sufficienti per devastare quella minima parte della spiaggia rimasta miracolosamente intatta, nonché per convincere i pendolari giapponesi a tornarsene di corsa all’interno del treno devastato.

Il Flagello Nero si teleporta lateralmente di dieci metri prima di essere colpito.

-Non mi avevi detto che poteva farlo !!! – protesta vivacemente Mayhem.

-Oops.

Il Flagello Nero appare alle spalle di Mayhem, afferrandola per il collo ed emanando una gran quantità di energia dorata diretta verso la sua testa.

-Vediamo se riesci a resistermi da una distanza così ravvicinata...ecco, ci siamo.

Mayhem potrebbe uccidere il Flagello Nero in mille modi diversi prima che abbia il tempo di battere le palpebre. Invece la prende in braccio, scendendo a terra lentamente e facendola scendere. Switch, di nuovo sotto controllo, non ha nulla da dire...se non tele portare via il corpo straziato dal dolore di Eclisse.

 

L’agente Zero riprende i sensi.

Attorno a lui ci sono tutte le persone attualmente sotto il totale controllo mentale del Flagello Nero: Insomnia, Pathfinder, Slim Snake, Switch e Mayhem. In qualsiasi direzione guardi può vedere solamente una distruzione più adatta ad una zona di guerra che ad un luogo di villeggiatura.

-Non mi aspettavo fossi ancora vivo. Se non avessi dovuto usare così tanta energia durante lo scontro...ma ho bisogno di ogni ultima goccia di potere per controllare i miei nuovi schiavi.

-Sono abbastanza sveglio da ammettere la sconfitta, se è quello che vuoi. Ma pensi veramente che DeCeyt ti lascerà rubare le sue pedine preferite?

Il Flagello Nero sorride.

-Dove credi che stia andando? Switch, fai gli onori di casa.

Un portale di teletrasporto appare alle spalle del gruppo. Ad uno ad uno, tutti scompaiono al suo interno, scortando il Flagello Nero.

Zero si alza in piedi, ancora dolorante per le ferite. Il sole sta finalmente sorgendo per mettere fine a questa notte d’inferno, in cui il capo dei Guardiani potrebbe aver perso tutto ciò per cui ha lavorato così duramente...ma poi nota una cosa.

Gli occhiali da sole di Shades, incustoditi. Si avvicina zoppicando, riponendoli nella tasca della giacca.

Non è stata una perdita totale, dopotutto.

 

Deserto del Sahara, Africa

Sotto il sole cocente, in mezzo alle sabbie bollenti, la sua pelle sta lentamente e dolorosamente evaporando. Cercare di ripararsi con il mantello è inutile: la luce è troppo forte.

Eclisse sta soffrendo come mai avrebbe potuto immaginare, e presto sarà solamente un mucchietto di cenere grigia in mezzo al deserto.

Non c’è niente di peggio che sentire le proprie ossa evaporare dall’interno, lentamente, e restare vivi fino all’ultimo istante per avvertire fino in fondo ogni singola oncia di dolore. L’unica consolazione è che, senza occhi, non può vedere la luce che la sta massacrando.

Poi tutto si ferma.

“E’ questa la morte?” si chiede Eclisse. Qualcosa la solleva da terra...braccia umane, maschili, forti. Uno straniero che la protegge dal sole, che non può vedere in faccia ma che le è in qualche modo estremamente familiare.

-Padre?

 

Bar With No Name, New York

La Vedova Nera trascina Madcap verso la macchina che l’ha portata in questo luogo dimenticato dalla legge, dopo avergli legato le mani dietro la schiena.

-Quand’è che arriviamo ? Quand’è che arriviamo ? Quand’è che arriviamo ? Quand’è che arriviamo ? – ripete il pazzo.

-Giuro che sei l’uomo più irritante dell’intero pianeta.

-Ed io che volevo essere l’ostrica più irritante ! Un’intera carriera sprecata ! Che sollievo !

-Cercare di mantenere il filo del discorso con te è peggio che combattere i Signori del Male. Se hai davvero tutte queste informazioni sulla Villains LTD, devo consegnarti allo SHIELD. Immagino sia per questo che Zero mi ha contattata: non poteva farlo da solo per non far saltare la propria copertura.

-Dimentichi che gli ho suggerito io di chiamarti !

-Te lo sei inventato, vero ?

-Certo ! Ma io so una cosa che tu non sai...Viper non è una vera bionda. E poi posso portarti al covo segreto della Villains LTD !!!

-Come se potessi crederti.

-Tempo fa, in una galassia lontana lontana, DeCeyt venne a parlarmi in privato, e lui non c’era mai al bar ! Mi chiese come funzionava il mio potere, ed io gli dissi, guardo la gente e loro impazziscono. Vuoi vedere come faccio ?

-Ti sto ascoltando, sono già abbastanza pazza.

-Comunque lui mi disse, “interessante”. Io gli chiesi perché, e lui rispose che voleva studiare un po’ il mio cervello. Un sabato pomeriggio che non avevo niente da fare mi esportò il cervello e ci giocherellò un po’, non mi ricordo tanto perché mi avevano tolto il cervello, ma poi me lo ha messo a posto. Ho un fattore di guarigione che Hulk se lo sogna, una volta mi sono infilato un candelotto di dinamite...

-L’aneddoto riguarda ancora le tue parti basse ?

-Tutti gli aneddoti riguardano le parti basse di qualcuno !

-Allora dimmi cosa ti ha fatto DeCeyt.

-Mi ha estratto il cervello, non lo so se tutto o solo un po’, non è che la differenza si noti troppo. Ha studiato come facevo a far impazzire la gente e mi ha detto “Spero un giorno di poter fare qualcosa del genere ma molto, molto più in grande”. Quando Zero mi ha messo in testa quell’aggeggio, ho cominciato ad avvertire qualcosa di simile alle mie onde cerebrali impazzenti che emetto quando voglio far impazzire la gente.

-Quindi...DeCeyt potrebbe aver creato qualcosa di simile al tuo potere...per esempio un raggio per il controllo mentale, e tu puoi individuarne la fonte ?

-E’ un po’ troppo sensato per i miei gusti, ma perché no ! E adesso via, verso magnifiche avventure per salvare l’umanità da un professore universitario che vuole mangiare il cervello di tutti ! Senza crauti !

-Sarà meglio imbavagliarti.

-Aspetta, aspetta ! Devo fare una cosa, prima...ho dimenticato il gas chiuso !

Madcap sposta le braccia in modo innaturale, slogandosi entrambe le spalle. Estrae un microscopico telecomando dal cappello, premendo un pulsante.

Il Bar With No Name esplode grazie ai quaranta chili di C4 recuperati da chissà dove. Infine partono i fuochi d’artificio, incredibilmente elaborati e bellissimi, mentre una dozzina di clienti fuggono con i vestiti in fiamme.

La Vedova Nera afferra Madcap, sbattendogli la testa contro la macchina.

-Si può sapere perché l’hai fatto ?

-Nessun motivo ! Davvero !

-Hai appena attirato l’attenzione su di noi...se DeCeyt scopre il trucco di Zero, potrebbe ordinare la nostra esecuzione !

-Ah ah ! Ma stellina, DeCeyt sa già tutto quello che sa Zero !

-Come !?

-Gliel’ho detto io ! Perché spiare la Villains LTD per i Guardiani se poi non puoi spiare i Guardiani per la Villains LTD ? Perché a me piace il tacchino !

La Vedova Nera si decide finalmente ad imbavagliare il pazzo, prima di farlo salire in macchina...e di sorbirsi i suoi mormorii per tutto il viaggio.

 

Terra Selvaggia, Antartide

Sede centrale della Villains LTD

Augustus DeCeyt, l’Imperatore del Crimine. Uno degli uomini più ricercati del pianeta. Se non fosse nato con la più totale incapacità di provare emozioni, a questo punto proverebbe rabbia per colpa dell’enorme ritardo delle sue pedine.

Poi un portale di teletrasporto nero appare di fronte a lui, mentre scatta l’allarme generale.

-Finalmente – è la sua reazione, alzandosi in piedi. Nelle sue mani c’è la potentissima Chiave dello Zodiaco, l’artefatto extradimensionale che gli ha donato negli ultimi mesi i poteri di un dio.

Ad uno ad uno, gli intrusi si posizionano a lato del portale come una sorta di guardia d’onore.

-Signorina Mathers, signorina Insomnia...mister Freeman, mister Snake...se non avessi pianificato il vostro ritorno, direi che è una sorpresa. E la signorina...Hemmings, se non erro? Questa è indubitabilmente un’aggiunta curiosa: se non avessi una memoria fotografica, sarei certo di non averla mai sentita neanche nominare.

-Hai sempre amato troppo parlare di quanto sei intelligente – è tutto ciò che il Flagello Nero ha da dire per la propria entrata trionfale.

Per la seconda volta dalla sua “morte”, Livia van der Vorst può fissare negli occhi il proprio ex marito. Anche se la quantità di odio negli occhi della donna è così grande che le impedirebbe di vedere un pianeta.

-Livia. Mi chiedevo quando questo momento sarebbe arrivato.

-Dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che è successo, è tutto quello che hai da dirmi!?

-Non esattamente – risponde Augustus DeCeyt, stringendo in mano la Chiave dello Zodiaco il cui poter risplende nei suoi occhi.

Poi si inginocchia.

-Se avessi qualcosa in più del mondo intero da donarti, lo farei senza esitazione, o mia signora.

 

Il Flagello Nero prende in mano la Chiave dello Zodiaco, senza che DeCeyt opponga la benché minima esitazione. La stringe con forza, sollevandola trionfante: la quantità di energia che la Chiave è pronta a generare sfida qualsiasi descrizione.

-Finalmente! La Villains LTD è nelle mie mani! L’Imperatore del Crimine è il mio schiavo! Il potere assoluto, l’intero pianeta è finalmente mio !!! MIO !!!

Chinando il capo in totale sottomissione, dopo aver perso tutto ciò che aveva ed aver consegnato il mondo all’essere umano che lo odia più di quanto chiunque altro abbia mai odiato qualcuno, DeCeyt resta in silenzio.

Il Flagello Nero lo nota. Il suo trionfo è così totale, così assoluto, da non darle soddisfazione. Dov’è la vendetta? Dov’è la sua retribuzione? Nessun problema: lei ha la Chiave dello Zodiaco. Lei è una dea, adesso. Una dea vendicativa.

-Non hai nient’altro da dire, Augustus, prima di scoprire quanto dolore puoi provare prima di desiderare di essere morto?

-Soltanto una – risponde DeCeyt.

Con un mezzo sorriso.

-Benvenuta nel mio piano, Flagello Nero. Tutto sta andando esattamente come avevo programmato.

 

CONTINUA !!!

 

Nel prossimo numero: cosa !?!?